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Home Recensioni Le Recensioni del Boss (Marco Castrichella) INCENDIES di Denis Villeneuve: Una donna libanese, cristiana che porterà per mano lo spettatore a conoscere circa 15 anni di una guerra devastante.

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INCENDIES di Denis Villeneuve: Una donna libanese, cristiana che porterà per mano lo spettatore a conoscere circa 15 anni di una guerra devastante.
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INCENDIES di Denis Villeneuve

 

Nelle sale italiane lo troverete come “La donna che canta” pessima scelta di cambio-titolo che come al solito caratterizza le distribuzioni italiane: da noi è stato usato il nome di uno dei “sipari” che frammentano e caratterizzano l’origine del film canadese (è tratto dal testo teatrale “Incendies” di Wadji Mouawad).

Nella mia ancestrale sala Alcazar di Trastevere c’è un discreto pubblico nonostante il film sia già in proiezione in più sale dalla settimana scorsa. Staian non è venuto, Angus aveva la prove, Barbara tornava “stanca” da un venerdì nonnistico-prenestino... quindi solo soletto mi appresto alla visione con il timore di ri-vedere un film stucchevole sulla falsa riga dell’argentino “Il segreto dei suoi occhi”. E direi che la struttura del film potrebbe anche ricordarlo visto che si procede con una narrazione a scatole cinesi, ma l’impatto drammaturgico del film, il contesto della guerra in Libano e soprattutto la padronanza del girato (fotografia-montaggio-musica-interpretazione) insomma la Regìa nel senso più alto del termine, mi hanno da subito inchiodato alla poltrona. Secondo me la vera abilità dell’autore nel dirigere un film di questo genere è nel saper tenere le briglie strette durante le inevitabili scene di violenza e a quelle dalla lacrima facile. Una delle scene iniziali sottolineata dalla magica “You and whose army?” dei Radiohead che sembrerebbe scritta per questo film, ha un potere evocativo che difficilmente riusciamo a cogliere nei film di questi ultimi anni.

La trama è di tale importanza che non la accenno minimamente per non rovinare nemmeno una sensazione dello struggente viaggio nel passato della protagonista (interpretata dalla bravissima Lubna Azabal che mi ha rievocato la Bonaiuto dell’Amore molesto) una donna libanese, cristiana che porterà per mano lo spettatore a conoscere circa 15 anni di una guerra devastante.

Fine del film: nonostante appena inizino i titoli di coda vengano subito accese le luci in maniera selvaggia, il pubblico rimane seduto in silenzioso ascolto della colonna sonora e segue la lettura di nomi sconosciuti. Che bello.

 

Marco Castrichella

 

 

 

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