“Hereafter” A volte ci accade, ci capita fra capo e collo |
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Visto ieri sera nella versione originale (tanto per essere assillante: ne vale sempre e assolutamente la pena per non perdere neanche una voce, una frase o un rumore del film) con poche persone in sala e quindi in assoluta tranquillità. La nuova opera del vecchio Eastwood segue il percorso degli ultimi film a parte il “politico” mal riuscito “Invictus”. Si racconta la Solitudine più che l’Aldilà evocato dal titolo. La solitudine che non è quella scelta dal burbero protagonista di “Gran Torino”, ma quella che delle volte ci accade, ci capita fra capo e collo. E qui la devono superare tre persone lontanissime geograficamente ma anche per cultura e ruolo nella società. Il film a parte la presentazione delle tre storie che hanno sicuramente un impatto energico o addirittura violento,scorre poi sui binari del romanticismo neanche troppo sdolcinato ma comunque assai scontato. Il sorriso scompare dai volti delle tre persone fino ad arrivare a un magico punto d’incontro. C’è molto dolore nel film anche se poi diventa prioritaria la voglia non tanto di superarlo quanto di accettarlo e capire che anche l’aldilà si gestisce sempre da questa parte, dalla parte di chi resta a soffrire. Musica, fotografia e script fanno il loro sufficiente lavoro, ma capolavoro come avevo sentito in giro, no.Personalmente il lato più piacevole è questo nuovo corso ideologico dell’ormai sepolto sindaco conservatore di Carmel. In un mondo che sembra andare sempre più verso l’intolleranza religiosa, la chiusura culturale e il destrismo più osceno vedere il mitico Clint appiccicare nell’armadietto degli operai a rischio licenziamento una minuscola, quasi inavvertibile immagine del Che mi da un po’ di ottimismo e tanto coraggio.
Marco Castrichella
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