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HOLY MOTORS di Leos Carax (Recensione del Boss)

locandina holy motorsUno dei registi francesi più preparati si ripresenta sugli schermi italiani con un film straordinario che, a dire il vero, è già vecchio in quanto venne presentato al Festival di Cannes dello scorso anno ricevendo gli applausi del pubblico e della critica, compresa quella più refrattaria ovvero la stampa americana. Distribuito pertanto anche negli Usa, cosa che non capita spesso ai francesi, in Italia hanno pensato bene di distribuirlo al termine del nuovo Festival di Cannes con poco più di anno di ritardo.

‘Holy Motors’ è un magnifico film sul Cinema. Di più. ‘Holy Motors’ è un magnifico film sull’immagine, sulla storia dei nostri sguardi di spettatori non più abituati a vedere grandiose immagini in movimento. C’è molta nostalgia dietro il sipario e dietro il pretesto della storia di ‘Holy Motors’. Dietro lo sfarzo di una limousine che è il simbolo del trash di oggi, c’è un uomo, anzi dieci uomini che sono dieci modi di pensare il Cinema, di fare il Cinema, di mettere in moto la macchina dei sogni che è il Cinema. Potremmo addirittura pensare a dieci film differenti, fra i quali alcuni sorprendenti per audacia e suggestione (uno su tutti quello con il protagonista nei panni di un attore di motion-capture che agisce e simula un rapporto sessuale con dei sensori applicati su tutto il corpo nel buio di fondo della scenografia). Oscar è il protagonista e attraversa Parigi in questa bianca limousine nell’arco di una giornata (il film incredibilmente è stato girato in contemporanea con ‘Cosmopolis’ di Cronenberg del quale ha la stesso meccanismo, ma non il riferimento). Nel viaggio con la sua fedele autista Celine, Oscar ha nove appuntamenti che affronterà ognuno in modo diverso, truccandosi differentemente per ogni occasione. I nove appuntamenti sono abbastanza dichiaratamente nove modi di fare Cinema, nove generi diciamo meglio, dal noir alla commedia musicale, dal grottesco al drammatico.Il personaggio che li affronta è sempre lo stesso, ma sempre diverso, Oscar non è che l’alter ego di Carax stesso che vediamo nel prologo proprio alle prese con un sogno e una sala cinematografica popolata di spettatori immobili. Oscar è l’attore feticcio di Carax ovvero Denis Lavant, sempre presente solo quando il regista Leox Carax chiama. Denis Lavant ha un corpo e delle sembianze straordinarie, in grado quasi di rinunciare alla recitazione del copione. Poche battute, pochissimi dialoghi. Magnifico!                                            HolyMotors

Uno dei personaggi, fra i vari appuntamenti, quello memorabile con l’icona della sessualità cinematografica di oggi Eva Mendes, è il signor Merde. Questo personaggio avevo avuto la fortuna di vederlo già all’opera nel corto a firma Leos Carax del film a episodi ‘Tokyo’, l’anno scorso in una serata indimenticabile a Villa Medici alla presenza dello stesso Leos Carax. Merde è una specie di uomo repellente che fa delle fognature e del sottosuolo il suo regno incontrastato. E quando esce ce n’è per tutti. Per i borghesi, per i benpensanti, per i conformisti di questa società fatta di vuoto e di apparenza. Per quelli ovviamente che mimano le virgolette muovendo contemporaneamente gli indici e i medi della mano. Attenzione! Merde potrebbe mangiarvele le dita…

‘Holy Motors’ è un film che penso potrò rivedere almeno dieci volte da qui a un anno. Come a suo tempo feci per ‘Sang Mauvais’ o per ‘Les Amants du Pont-Neuf’. La nuova opera di Carax è un aggiornamento indispensabile, un tomo di Storia dal Cinema che va ad attualizzare contesti e contenuti. Il messaggio visivo del film è assolutamente elementare e per questo rivoluzionario ai giorni nostri. E’ un’operazione cercata e voluta da parte di Carax di ritorno al Cinema dell’immagine, del movimento, dell’estetica. Non quella ridondante e consolatoria che una volta apprezzatane la forma viene messa da parte dallo spettatore, ma quella d’avanguardia vera, quella di Man Ray, di Vertov, di Marker, di Vigò, di Clair, di Bunuel…

carax sul setSe pensate che sto esagerando, fermatemi. Ma non fermate mai la distribuzione e la diffusione di film come ‘Holy Motors’. Non lasciate che i ‘sacri motori’ abbiano la meglio sulla nostra fantasia, sulle nostra capacità intellettive e soprattutto sulla nostra necessità di Cinema. Quello con la C maiuscola. Qualcuno potrebbe uscire da un tombino e venire a mangiarci gli occhi!

Marco Castrichella

5 giugno 2013

 

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